Alabastro fiorito (Marmor Hierapolitanum)
A seconda del taglio e della disposizione delle macchie questo marmo descritto dagli antichi Romani con ammirazione, viene di volta in volta denominato ‘a rosa’, ‘sardonico’, ‘a nuvole’, ‘listato’. Lo Gnoli lo identifica con il marmo di Hierapolis in Frigia (odierna Pammukkale) presso la quale si trovavano le antiche cave. Strabone ci conferma la sua introduzione a Roma già dall’epoca Augustea, e più probabilmente dalla tarda Repubblica. Fino almeno al IV secolo d.C. venne utilizzato per la produzione di lussuosi manufatti e lastre di rivestimento pavimentali e parietali. Esempi di utilizzazione e reimpiego si trovano in una pregevole anfora nella Galleria dei Candelabri aiMusei Vaticani, in una splendida colonna baccellata a Villa Albani Torlonia, nel pavimento proveniente dagli Horti Lamiani a Palazzo dei Conservatori e nelle specchiature dei plinti del ciborio beniniano nella Basilica di S. Pietro.
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e la scultura, l’artigianato e le arti decorative, dai quali seleziona e realizza progetti volti al mondo della gioielleria.